Il fastidioso arrivo della primavera
Con l'arrivo della primavera, si presenta sempre lo stesso problema: gli ectoparassiti.
Per ectoparassiti si intendono tutti quegli agenti esterni
che vivono e si nutrono sulla superficie corporea dell’animale. I più comuni
sono: pulci, zecche, pidocchi, acari e flebotomi (pappataci e zanzare). Queste
vastissime specie di artropodi sono responsabili di numerose manifestazioni
patologiche che svariano dalla dermatite allergica, causata dalle pulci, alla piroplasmosi
(ehrilichiosi) e filariosi sostenute dalle zecche. Questo fastidioso fenomeno si presenta puntuale al cambio stagionale, costituendo un problema spesso
complicato e complicante la vita dei nostri animali domestici.
Tutti i
parassiti possono essere classificati in endo ed ecto, discernendo questi
ultimi con quelli che vivono all’interno dell’ospite, andando ad intaccare la
normale fisiologia dei vari organi. Gli ecto parassiti appartengono al gruppo
degli artropodi. Tuttavia le classi che più interessano in cane sono gli
aracnida suddivisi in: acarini (zecche e acari) e insecta (pidocchi e pulci).
Acarini. Di piccolissime dimensioni vivono gran parte della
loro vita come ospiti sulla cute degli animali, dai quali si nutrono di linfa e
sangue attraverso ugelli o scavatori. La loro classificazione li distingue in
scavatori (sarcorptes) e non scavatori (di superficie).
Zecche. Misurano dai 4-5 millimetri sino a 10-12 e si
nutrono di sangue con un meccanismo particolare chiamato di rigurgito,
attraverso il quale pericolosamente possono infettare un alto numero di
patologie (babesiosi, lehismaniosi, ehrlichiosi), le più comuni estendobili
anche all’uomo (lehismaniosi).
Insecta. Pidocchi o pulci da menzionare non solo per gli
effetti patogeni arrecati all’ospite, ma anche in quanto vettori di altre
malattie che possono coinvolgere anche l’uomo.
Flebotomi o pappatacio. È nella femmina dell'insetto il pericolo
dell’infezione, in quanto è la sola a nutrirsi di sangue (ematofaga). La
lehismaniosi è malattia gravissima; trasmessa da questo agente allorchè,
nutrendosi con un pasto di sangue infetto, lo ritrasmette ad altro ospite nel
pasto successivo.
Cosa possiamo fare, allora, per tentare di arginare il problema?
Due le tappe alla lotta: la prevenzione e l’eliminazione del
parassita. La prima tappa è sostanzialmente deputata al veterinario il quale
sottoporrà l’animale a specifiche indagini al fine di individuare e trattare
gli egenti infestanti.La seconda tappa può essere esplicata anche da noi.
L’antiparassitario è il mezzo con cui si esplica l’azione
repellente. In commercio sono reperibili svariati prodotti sotto forme diverse:
spray, collari e quant’altro. Questi presidi spesso vengono somministrati a
cicli stagionali (zecche, flebotomi, zanzare) ma non è escluso il loro uso
continuo riferito a quei parassiti permanentemente presenti sull’animale (pulci
o acari). Per i soggetti che vivono all’esterno, sarà importante effettuare un
disinfestazione dell’ambiente. In commercio esistono numerosi prodotti
specifici. A tale scopo (fipronin, methopropene, deltametrina). Molto utili le
pippette spot-on a somministrazione mensile, oppure collari a base di
deltametrina utili per zanzare e pappataci.
Aldo Carlucci
Contributi: Maria Assunta Carlucci
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