Un po' di storia e morfologia
Alla luce di quanto è successo nelle ultime manifestazioni alle quali abbiamo partecipato (direttamente e indirettamente) abbiamo scelto di ricordarci quali siano le tipicità della nostra razza. Un'analisi critica delle caratteristiche del Boxer, che tutti (almeno crediamo) hanno studiato prima di approcciarsi alla razza.
A mo' di promemoria e senza offesa per nessuno, abbiamo cercato di analizzare le caratteristiche che secondo noi sono fondamentali nella razza.
A voi decidere se aggiungere o modificare qualcosa. Se abbiamo centrato l'argomento o siamo usciti fuori tema. Se siamo stati abbastanza esaustivi oppure no.
Siamo però sicuri che ad oggi, noi per primi, dobbiamo rileggere e rianalizzare le caratteristiche della razza che ci ha conquistato il cuore.
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Bulldog |
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Bullenbeisser |
In una sola parola: il BOXER.
Morfologia
Diversi
i mutamenti e le evoluzioni hanno intaccato il Boxer in questo secolo di vita.
Cambiamenti che hanno portato con sé la necessità di tutelare il carattere e la
funzione di vigile difensore del cane in virtù di una società che ha portato il
Boxer in ambienti familiari e che, spesso ovattati ed eccessivamente
protettivi, hanno minato alla base la tipicità di questi soggetti rischiando di
impostare specificità morfologiche e caratteriali non corrette e assolutamente
da inibire.
La testa
L’analisi
della tipicità del Boxer parte dal suo aspetto fondamentale: la testa.
La testa
del Boxer, infatti, è uno degli elementi che maggiormente caratterizza la sua
morfologia e che lo distingue in maniera critica da tutte le altre razze. La
testa del Boxer deve essere un meraviglioso insieme di parti e componenti,
correlate tra di loro da un rapporto equilibrato e ben definito. Se ognuna di
queste parti riveste la sua posizione e risulta essere ben definita e corretta,
come risultato si ha un insieme meraviglioso e armonioso, comunemente definito espressione Boxer.
La testa del
Boxer è formata essenzialmente da due volumi: il cranio e il muso, che devono
essere in proporzione e in un rapporto di 2:1. Questa proporzione non è fissata
a caso, ma permette di mantenere sia caratteristiche estetiche armoniose ed
equilibrate specifiche del Boxer sia di garantirgli il mantenimento di
condizioni ottimali per svolgere funzioni quali afferrare, tenere ben salda la
preda o il nemico.
Il muso ha
la classica figura di un cubo (riferito al volume e a bocca chiusa): tanto
lungo quanto largo e profondo. Il muso, quando il Boxer si trova a svolgere la
sua funzione di difesa (o offesa), ha la funzione di una tenaglia, che afferra
e stringe la preda. Questa funzione di tenaglia, spinge a classificare in proporzioni
ben stabilite sia la lunghezza delle branche sia la loro curvatura: il muso più
lungo avrà sicuramente una presa meno solida e sicura; un muso più corto, al
contrario, avrà una presa non sicura ed un dispendio di energie maggiore.
Un altro
motivo, ben più importante, per cui è necessaria una corretta lunghezza del
muso è che il suo accorciamento produce inevitabilmente un accorciamento
complessivo della testa. La lunghezza totale della testa del Boxer deve essere
1/3 dell’altezza al garrese. Le teste che non rispettano il rapporto di 1/3,
dove vi è quindi un eccessivo sbilanciamento tra lunghezza del muso (e conseguentemente
lunghezza della canna nasale) e altezza della fronte sono spesso teste
disarmoniche con conseguente scorretta posizione degli occhi, che assumono un
carattere troppo alto oppure un carattere non sub-frontale. L’accorciamento
della lunghezza del muso, oltre a compromettere l’armoniosità della testa,
tende anche ad accompagnare l’accorciamento dell’omero che compromette, quindi,
la funzionalità dinamica del cane.
Muso e cranio devono in definitiva avere un rapporto
tendente alla parità: da qui l’espressione buon
parallelismo delle facce laterali di muso e cranio. È importante tenere a
mente che non deve essere mai il cranio a sacrificarsi in favore del muso, ma
deve essere quest’ultimo ad uniformarsi il più possibile alla larghezza del
cranio.
Grande importanza è data poi alla profondità del muso, che
contribuisce in maniera critica alla formazione dell’espressione caratteristica
del Boxer. La profondità viene calcolata dalla superficie superiore del tartufo
alla linea orizzontale passante alla base del mento. Elemento importante per la
profondità del muso è quindi il mento, e di conseguenza il prognatismo.
Il mento
assume una forma ideale nel momento in cui è sostenuto da una mandibola larga e
da una curvatura verso l’alto abbastanza marcata: mento a manico di secchio, di giusta marcatura, ampio e sostenuto
da una mandibola che sia il più larga possibile e di giusta curvatura, elementi
che saranno sempre accompagnati da un corretto prognatismo. Al contrario il mento a cucchiaio è indice di mandibola
stretta ed eccessivamente prognata.
A questo proposito è necessario segnalare
due problematiche che possono insorgere nel momento in cui mento e mandibola
non siano nella posizione corretta. La prima riguarda la deviazione della
mandibola, che di conseguenza porta con sé una linea dentale non ad angolo
retto rispetto al piano mediale longitudinale della testa. Questa malformazione
morfologica porta di solito anche a problemi di carattere fisiologico, quindi
una scorretta masticazione del cibo e più in generale una scorrettezza rispetto
all’espletamento della funzione di presa. La seconda problematica è la
macroglossia, ossia il mostrare la lingua eccessivamente lunga. Questo “difetto”
turba l’espressione Boxer e può avere implicazioni nella limitazione della
funzione della presa, in quanto la lingua ponendosi tra i denti può incorrere
in lesioni.
Altra caratteristica fondamentale nella testa del Boxer è la
convergenza degli assi longitudinali. Più precisamente lo standard parla di biconvergenza,
parlando di punta del tartufo più
rilevata rispetto alla radice. Anche se si dovrebbe puntare maggiormente
alla biconvergenza, per avere una testa maggiormente completa e caratteristica
della razza e una trasmissione corretta del tipo, la convergenza semplice non è
un elemento discriminatorio e come tale non può essere penalizzante.
È da
sottolineare che, alla luce dei soggetti che vengono presentati nelle più
svariate manifestazioni e raduni, la biconvergenza degli assi longitudinali è
diventata oramai una rarità. Rarità che sempre di più marca le deficienze nelle
funzioni di presa e di forza, proprio perché avendo una canna nasale più corta
la respirazione diviene meno funzionale e quindi le prestazioni in fase di
lavoro diminuiscono.
Oltretutto una scorretta biconvergenza è rintracciabile
anche nella perdita dell’espressione
Boxer, caratteristica altamente critica della razza, che conseguentemente
porta scorrettezze nella posizione degli occhi e del muso sia in relazione alla
marcatura sia in relazione all’ampiezza.
Gli occhi (del muso abbiamo già
discorso) devono essere grandi, luminosi, leggermente sporgenti, posti nella
giusta posizione dalla quale deriva la caratteristica forma rotondeggiante.
La costruzione
Il Boxer si caratterizza poi, per essere un cane quadrato: altezza del garrese a terra pari alla
lunghezza che va dalla spalla alla punta della natica. La costruzione del
Boxer necessita di un’ossatura forte, in grado di sostenere un corpo
adeguatamente sviluppato in armonia con il formato del cane che va a
completarsi con una muscolatura asciutta , fortemente sviluppata e
plasticamente rilevata.
Nella sua costruzione il Boxer deve soddisfare i
criteri di robustezza, compattezza, mobilità e solidità, e deve esprimere
possibilmente anche eleganza, intesa come armonia delle varie parti del corpo.
La costruzione robusta e quadrata deve essere supportata da
un torace ben sviluppato, presupposto di potenza del nostro Boxer: il torace è disceso fino ai gomiti e la sua
profondità è pari alla metà dell’artezza del garrese. Il profilo superiore
che delimita il tronco è costituito da garrese, dorso, lombi o reni e dalla
groppa, regioni che devono essere ben coese e nella giusta armonia.
Il garrese deve
essere alto e ben rilevato in modo da consentire elasticità e lunghezza di
legamenti e muscoli. Il dorso deve essere dritto e moderatamente lungo,
caratteristiche che consentono elasticità e flessibilità ai movimenti.
La regione
lombare o dei reni deve essere leggermente convessa, larga e solida, ma di
fondamentale importanza è la sua brevità che consente la corretta quadratura
del tronco; tutte caratteristiche che permettono una buona trasmissione dell’impulso
proveniente dal posteriore.
La groppa deve essere di giusta lunghezza, ¼ dell’altezza
del garrese e deve essere giustamente angolata - tra i 28 e i 30° - al fine di
contenere le corrette angolazioni del posteriore.
Il profilo inferiore inizia
con il tratto sternale inizialmente orizzontale per poi salire moderatamente
verso l’alto continuando con il tratto del ventre con slancio elegante verso il
posteriore: tutti tratti caratteristici di un galoppatore come il Boxer.
Il profilo anteriore è costituito da spalla, omero o
braccio, avambraccio e metacarpo.
La spalla deve essere lunga ed obliqua - elementi
strettamente dipendenti -, accompagnata da muscoli lunghi che con un’angolazione corretta di 48-55°
agiscono su braccio e avambraccio permettendo un passo più ampio.
L’omero, base
anatomica del braccio, si colloca sui 105° e deve essere lungo e correttamente
inclinato permettendo ai muscoli del braccio di agire sull’avambraccio.
Spalla,
braccio ed avambraccio devono avere la stessa lunghezza. Il metacarpodeve
essere abbastanza corto e quasi verticale al terreno.
Nel posteriore gli arti sono la groppa, il femore e la
tibia. Della groppa abbiamo già discusso.
Il femore deve essere lungo con una inclinazione
di circa 70° che favorisce un adeguato movimento in estensione e flessione.
La tibia
deve anch’essa essere lunga e, collocata su un’inclinazione di 50°, va a
formare l’angolo femoro-tibiale; con il metatarso l’angolo tibio-metatarsico
collocato su un’angolazione di circa 140°. Tibia e femore devono avere la
stessa lunghezza.
Siamo davvero così sicuri che ad oggi le caratteristiche, le tipicità siano del tutto confermate? Siamo davvero sicuri che i Boxer si avvicinano quanto più possibile allo standard? Siamo sicuri che gli allevatori siano davvero interessati a portare avanti genotipo e fenotipo della razza?
A voi l'ardua sentenza.
Maria Assunta Carlucci
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