La depigmentazione della palpebra: malattia o altro?
Il pigmento
viene definito in biologia come:
De-pigmentanto, quindi, ha il significato di mancanza di pigmento, cioè mancanza di colorazione.
[...] sostanza organica di vario colore e varia composizione chimica, presente nelle cellule sotto forma di granuli, gocce o cristalli, che ha la proprietà di conferire ai tessuti di animali e piante le varie colorazioni [...]La particella de- è di derivazione latina:
[...] Prefisso, soprattutto verbale, che si trova in molte voci di derivazione latina, nelle quali indica ora allontanamento (per es. deviare, deportare), ora abbassamento o movimento dall’alto in basso (per es. degradare, deprimere, declinare), ora privazione (per es. dedurre, detrarre; cfr. anche demente), ora ha valore negativo (per es. decrescere), ora serve soltanto alla formazione di verbi tratti da sostantivi o aggettivi oppure, con funzione intensiva o con sign. particolari, da altri verbi (per es. decurtare, designare, determinare, ecc.) [...]
Questa precisazione nasce da una serie di quesiti posti da persone che ci chiedono informazioni e ci fanno domande – a volte anche impensabili – sulla depigmentazione della palpebra. In questa sede ci discostiamo da discorsi che hanno come colonna portante l’estetica in quanto vorremmo affrontare l’argomento dalla prospettiva dello standard.
Come molti allevatori sanno, la depigmentazione della terza palpebra del Boxer (e non solo) non è una malattia: è semplicemente la mancanza del bordo di colore scuro che caratterizza l’occhio del Boxer.
La mancanza di pigmento nella palpebra è un difetto. Ed è così dal lontano 1902, quando fu stabilito lo standard del Boxer, modificato e rivisitato fino alla ultima edizione del 2008 che recita:
[…] Occhi: gli occhi scuri non devono essere troppo piccoli né sporgenti o infossati. L’espressione rivela energia e intelligenza; senza essere minacciosa o pungente. Le rime palpebrali devono avere un colore scuro. […]
[…] DIFETTI qualsiasi deviazione da quanto sopra deve essere considerato difetto, e va valutato in proporzione alla sua gravità. […]
TESTA
- Mancanza di nobiltà ed espressione, aspetto sinistro, testa da Pinscher o da Bulldog.
- Canna nasale che scende verso il basso; naso “di cuoio” (tartufo liscio, brillante, senza granulosità); tartufo che cambia di colore a seconda delle condizioni atmosferiche; tartufo chiaro.
- Muso troppo a punta o troppo leggero; denti o lingua visibili a bocca chiusa; soggetto bavoso.
- Torsione o deviazione laterale della mascella inferiore; dentatura impiantata in modo difettoso; dentatura debole o difettosa a causa di malattia.
- Occhio chiaro detto “da rapace”; terza palpebra depigmentata.
- Orecchi svolazzanti, semi-eretti o eretti, orecchi “a rosa”. [...]
Difetto non vuol dire che il cane abbia una malattia o un qualcosa che gli impedisce di fare o non fare determinate cose come, ad esempio, le manifestazioni canine. Infatti, la partecipazione a qualsiasi manifestazione canina è possibile e la terza palpebra depigmentata non viene menzionata nei difetti eliminatori:
DIFETTI ELIMINATORI
- Cane aggressivo o cane pauroso
- Coda naturalmente corta
Qualsiasi cane che presenti in modo evidente delle anomalie d’ordine fisico o comportamentale sarà squalificato.
N.B. I maschi devono avere due testicoli apparentemente normali completamente discesi nello scroto.
Se si pensa che la mancanza di pigmentazione della palpebra possa essere un
handicap del cucciolo di Boxer, così non è in quanto è elemento che lo standard
non ammette, come non ammette che il mantello del Boxer abbia più di 2/3 di
bianco, come non ammette posizioni degli occhi diverse da quelle descritte e
altri difetti che, troppo spesso, vengono additati come malattie incurabili o deficienze
insormontabili.
Per quanto riguarda la palpebra è vero che si può parlare di
malattia, malattia che viene identificata con la presenza eccessiva di bianco
sul mantello – quindi depigmentazione del pelo – e che di solito è ereditaria:
soggetti con eccessivo bianco sul mantello possono (e non portano e/o devono) portare
cuccioli con bianco e con palpebre non pigmentate. La genetica, signori, è
tutta una scommessa.
A prova di quanto appena detto possiamo segnalare un paio di
campioni del passato con palpebra depigmentata: nomi quali
Marilyn del Gran Mogol e Dylan dei Centurioni. Ma possiamo menzionare un
soggetto che, seppur non uscito dal nostro modestissimo allevamento e non
sicuramente della portata dei nomi precedenti, ha avuto le sue belle
soddisfazioni: Axel (prop. Lorenzo Pupo).
Restiamo in attesa di nuovi sviluppi sulla faccenda e
saremmo super felici di accogliere quantomeno un parere da voi: esperienze,
consigli, pensieri o semplicemente una preferenza. Vogliamo solo ricordare che
se un cucciolo di Boxer o di qualsiasi altra razza ha le caratteristiche
necessarie per essere un soggetto vincente nel piccolo, un razzatore, un
campione… non c’è palpebra che tenga.
Maria Assunta Carlucci
Commenti
Posta un commento